Assuefatti alla violenza?

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Schermata 2015-03-20 alle 22.48.24I Tg di venerdì 20 marzo – Tutte le edizioni traboccano di servizi da Tunisi e di interviste con i primi italiani rientrati oggi che raccontano le drammatiche ore dell’attentato al Museo del Bardo. Anche se qualcuno antepone la pagina di politica dedicata all’addio di Lupi giunto subito dopo l’intervento in Parlamento, il primo atto terroristico targato Isis che ha colpito direttamente cittadini italiani rimane centrale nelle scalette di serata. Oltre tutto alle 23 vittime di Tunisi, ai 4 connazionali rimasti uccisi e agli 11 feriti, si sono aggiunte le odierne stragi in Yemen con circa 150 morti nelle moschee sciite, il confronto sulla questione Libia al Consiglio d’Europa di Bruxelles e le consolanti immagini delle manifestazioni di protesta del popolo tunisino. I dati di ascolto di stasera li avremo solo domani, ma come segnalavamo ieri l’attenzione dei teleutenti, brutalmente sintetizzata nei dati Auditel, non ha mostrato forti impennate. Ci siamo già interrogati sul perché, visto che a gennaio per l’assalto a Charlie Hebdo c’è stato un record di ascolti con più di 22 milioni di teleutenti davanti alle edizioni di prima serata. Questi sono i dati degli ultimi giorni: 18.747.000 lunedì, 18.530 martedì (le giornate precedenti all’attentato); 19.650 mercoledì (giorno dell’attentato); 17.461 ieri (bilancio definitivo con le 4 vittime). Non siamo patiti della cabala e neanche di Auditel, ma se la matematica non è un’opinione, e visto che i Tg il loro dovere l’hanno fatto decentemente, dobbiamo chiederci i motivi di questo atteggiamento alquanto distaccato. Una possibile spiegazione – escludendo l’ipotesi del cinismo e del menefreghismo verso i connazionali – si riferisce all’assuefazione che potrebbe aver menomato la pubblica sensibilità. La violenza “reale” e così ravvicinata di Tunisi è stata infatti per lunghe settimane preceduta da quella altrettanto reale ma soprattutto “virtuale” contenuta nei video di propaganda dell’Isis, che hanno avuto per un certo periodo ampia diffusione e creato forti reazioni. La tesi di scuola è che le immagini prodotte dalla Hollywood del Califfato facciano impallidire quelle ugualmente drammatiche, ma più veriste e inevitabilmente meno curata, che i circuiti internazionali, gli smartphone e gli inviati hanno prodotto da Tunisi.
Passando ad altro dicevamo delle aperture dedicate all’abbandono di Lupi. E’ soprattutto TgLa7 che privilegia i vari riflessi nel Palazzo, con la tradizionale – ma oramai rara – animazione tipica del mercato politico e dei partiti. I movimenti in Forza Italia e nella Lega, in gara per raccattare gli Ncd delusi da Renzi per la mancata difesa di Lupi, sono presenti su tutti. Tg3 intervista la De Girolamo, che appare “più di là che di qua”, nel senso del ritorno alla corte di Berlusconi (come per altro Cicchitto).
Tg5 vede nero sugli sviluppo della mediazione tra Atene e Bruxelles, mentre in Rai e su La7 c’è meno pessimismo. Sempre su Rai e La7 troviamo precise informazioni sui 4 mesi di lavoro in più che attendono gli italiani dal 2016 per l’applicazione della legge Fornero sulle pensioni.
Chiudiamo – come sempre più spesso capita – segnalando l’approfondimento del Tg2 dedicato questa sera all’ “anima popolare” dell’Expo, e che presenta una bella intervista in diretta al fondatore di Slow Food. Carlo Petrini presenta l’iniziativa che a ottobre vedrà protagonisti a Milano dei semplici contadini, allevatori e pescatori che, umilmente e quotidianamente, con il loro lavoro sfamano il mondo. Non si tratta di multinazionali del food, ma proprio per questo meriterebbero secondo Petrini rispetto e attenzione.
Alberto Baldazzi
Dati auditel dei Tg di giovedì 19 marzo 2015

Tg1 – ore 13:30 3.681.000, 22,33% ore 20:00 6.107.000, 24,96%.
Tg2 – ore 13:00 2.732.000, 17,78% ore 20:30 2.279.000, 8,74%.
Tg3 – ore 14:30 1.748.000, 11,57% ore 19:00 2.080.000, 11,12%.
Tg5 – ore 13:00 3.132.000, 20,22% ore 20:00 4.218.000, 17,37%.
Studio Aperto – ore 12:25 1.980.000, 15,71% ore 18:30 811.000, 5,53%.
Tg4 – ore 11.30 471.000, 6,90% ore 18:55 712.000, 3,96%.
Tg La7 – ore 13:30 727.000, 4,41% ore 20:00 1.254.000, 5,10%.

Fonte:www.tvblog.it

Numerologia mediatica

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numerologiaI Tg di mercoledì 15 ottobre – Una inondazione di cifre e numeri ha occupato i Tg di serata, tra mercoledì nero delle borse, dati Istat sul Pil, aumento dello spread e manovra di stabilità che, in extremis (come ha fatto in tempo a riportare TgLa7) passa da 30 a 36 miliardi. In attesa di capire di più sui vari pacchetti di quella che una volta si chiamava legge finanziaria (mentre scriviamo il cdm è ancora in corso), siamo convinti che anche i teleutenti dotati di abaco e calcolatrice abbiano capito assai poco. Mentana coglie quantomeno il “senso” della peggiore giornata borsistica dell’anno, legato da una parte alla riluttanza greca a sottoporsi ad ulteriori sacrifici, dall’altra al rialzare la testa di una speculazione che attende che le sue vittime ingrassino un poco per spolparle meglio. La commissione di Bruxelles (in uscita ed in entrata) sembra la caricatura di quelle commissioni d’esame di una volta che ancora molti di noi ricordano negli incubi notturni. Infierirà anche sulla manovra italiana? Tutti i Tg segnalano che Renzi è ottimista e, alla bisogna, combattivo nel difendere la “sua” prima legge di stabilità.

Se si cercano differenze nette tra le diverse testate, si rimane delusi. Su tutto sembra regnare la pax renziana che di riffa o di raffa sembra imporsi su amici e avversari. All’appello dei consenzienti manca solo la Camusso. Anche il coriaceo Tg4 non riesce questa sera ad inventarsi granché, se si esclude una particolare acidità verso Grillo. TgLa7 mette bene in evidenza che il Portavoce ha rifiutato l’abbraccio con Salvini sul referendum anti euro, mentre tutti segnalano che all’ex Cinque Stelle Orelliana hanno fischiato parecchio le orecchie per gli attacchi dei suoi ex colleghi che vorrebbero in sostanza fucilarlo per aver votato ieri con il governo sulla posticipazione del pareggio di bilancio.
Ovviamente si ripropone in serata l’ampio spazio alle tante regioni inondate, con le ultime vittime in Toscana e Friuli. Anche ieri i dati auditel attestano che i teleutenti partecipano fortemente alle disgrazie che vessano tanti concittadini.
La forte evoluzione del dibattito sul riconoscimento delle coppie gay è figlia dei tempi ma, soprattutto, farina macinata da Papa Francesco che con il Sinodo sulla famiglia sta sgretolando le resistenze tardo-cattoliche di parte non indifferente dello schieramento politico del Paese. Attenzione da parte di Tg3, Tg1 e Tg5.

Dalle indagine sulla bambina precipitata qualche mese fa dal settimo piano di un palazzo del napoletano emerge sempre più chiaramente la pista del pedofilo assassino: centrale la notizia su Mediaset, ma titolo anche per Tg3 e ampio servizio su Tg1.

Alberto Baldazzi

Dati Auditel di martedì 14 ottobre

Tg1 – ore 13:30 3.777.000, 23.15% ore 20:00 5.946.000, 24.30%.
Tg2 – ore 13:00 2.564.000, 17.05% ore 20:30 2.437.000, 9.15%.
Tg3 – ore 14:30 1.943.000, 13.13% ore 19:00 2.065.000, 11.69%.
Tg5 – ore 13:00 3.210.000, 21.13% ore 20:00 5.307.000, 21.38%.
Studio Aperto – ore 12:25 2.181.000, 18.18% ore 18:30 889.000, 6.66%.
Tg4 – ore 11.30 382.000, 6.46% ore 18:55 989.000, 5.67%
Tg La7 – ore 13:30 694.000, 4.25% ore 20:00 1.339.000, 5.4%.
Fonte:www.tvblog.it

Voti e veti

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ImmagineI Tg di giovedì 12 giugno – Facendo un passo indietro segnaliamo che ieri l’informazione di serata, orfana dei Tg Rai per il contestato e contrastato sciopero contro il taglio dei 150 milioni imposto dal governo, ha riversato solo un milione di ascoltatori sulle testate concorrenti, a dimostrazione che i Tg di serata sono un appuntamento consuetudinario e, quindi, se mancano non si va alla ricerca di altro (cfr. qui sotto i dati Auditel).

Tuffandoci nelle notizie di giornata cozziamo subito contro lo scoglio che sta rendendo perigliosa la rotta delle riforme in salsa renziana. La vicenda dell’estromissione di Corradino Mineo dalla Commissione Affari Costitizionali votata dalla Presidenza del gruppo Pd è in apertura per Rai e La7 e Tg5. La dura risposta di Renzi a base di frasi tipo su “il Pd non è un taxi” e “i voti contano più dei veti” “non lascio l’Italia nelle mani di Mineo”,  è nei titoli per tutti, con Studio Aperto e Tg4 che fanno finta di sorprendersi per le divisioni nel partito del premier e gli altri (compreso Tg) più istituzionali. Mentana abbina la vicenda odierna che porta Mineo ad essere intervistato da tutte le testate, con quella di ieri per il voto sulla responsabilità civile dei giudici. Il peso delle resistenze alla riforma del Senato tra i paramentari Pd con ogni probabilità non va oltre i 13 senatori che per solidaretà a Mineo si sono autosospesi; il voto delle europee ha sostanzialmente sterilizzato le compomenti di sinistra più corpose, ma certo i “cani sciolti” che mordicchiano i polpacci di Renzi saranno contati e pesati nell’assemblea nazionale di sabato.

Per la politica segnaliamo lo scarso spazio dato al voto on line di Cinque Stelle sulle alleanze al Parlamento europeo. Notizia ghiotta, visto che i risultati arrivano proprio in fascia Tg e, conseguentemente, si può informare della vittoria dell’alleanza con gli xenofobi dello Ukip. 28 mila voti espressi in grande maggioranza per l’abbraccio con Farage, anche perché – e non è un dettaglio da poco – il Movimento aveva d’autorità deciso di impedire di votare per l’alleanza con i verdi, quella che i sondaggi degli ultimi giorni davano per maggioritaria nell’elettorato pentastellato. Scarsa analisi, dicevamo, nei Tg, forse perché Grillo sta perdendo la centralità che, a ragione o torto, ha occupato nei mesi scorsi. Un’analisi ce la permettiamo noi, anche sulla base dell’analisi dei flussi delle europee: la scelta “a destra” di chi si è espresso sul web, anche se quasi obbligata testimonia che sempre di più Cinque Stelle è un movimento che pesca e guarda da quella parte.

Brevemente segnaliamo che i tanti casi di corruzione che, come il pane quotidiano, allietano il nostro desco, questa sera ci lasciano un momento di tregua, non perché manchino le novità, ma perché nei Tg manca spazio. Illuminata, comunque, la scarcerzione del sindaco veneziano Orsoni, tornato in Comune con un’aurea di “quasi” innocente che i Tg Mediaset hanno difficoltà a riferire. Patteggiamento di 4 mesi per reati legati al finanziamento pubblico e, al momento, nient’altro. Anche le dichiarazioni di Scajola davanti agli inquirenti, misteriosamente uscite in audio dagli uffici della Procura trovano un verto spazio, forse perché l’ex Ministro ammette quantomeno che sulla casa del Colosseo ha fatto “un casino”.

Tg 1 è andato in onda in forma ridotta per dare spazio all’inaugurazione scenografica dei Mondiali di Brasile.  Apertura per Tg1, Tg2, Tg4 e  Tg5. Su tutti l’abbinamento con i disordini e le repressioni di queste ultime ore.

Molti servizi sulla grande calura ed esordio  delle serate “mondiali” con il calcio a farci compagnia: è proprio in arrivo l’estate!

Alberto Baldazzi

 

 

Dati auditel dei TG di mercoledì 11 giugno 2014

Tg1*
Tg2*
Tg3*
Tg5 – ore 13:00 3.484.000, 22,15% ore 20:00 4.349.000, 22,84%.
Studio Aperto – ore 12:25 2.177.000, 17,66% ore 18:30 819.000, 8,02%.
Tg4 – ore 11:30 539.000, 8,35% ore 18:55 578.000, 4,40%.
Tg La7 – ore 13:30 952.000, 5,73% ore 20:00 1.734.000, 9,01%.

Fonte:www.tvblog.it

 

Auguri e segnali di buon augurio

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126_big_foto_Marcello_MasiL’Osservatorio si prende qualche giorno di riposo dopo un autunno alquanto laborioso e tutt’altro che esaltante nell’analisi quotidiana dei Tg. Ci fa piacere, però, chiudere l’anno con qualche segnale di “buon augurio” che, faticosamente, trapela dai nostri scassati Tg. Questa settimana ha esordito con la pubblicazione da parte di una testata del servizio pubblico, il Tg2, dell’inquietante testimonianza dal Centro di accoglienza di Lampedusa. Sabato Tg2 Dossier ha proposto la prima tappa di un viaggio nell’Italia delle troppe difficoltà “girato” con la sensibilità e gli occhi di giovani dei Quartieri Spagnoli. Quanta grazia! Giornalismo d’inchiesta che riemerge dalla routine dei Tg Rai? Non è la prima volta che facciamo i complimenti al Tg2 e, come viatico per scavallare l’anno, vi proponiamo un’intervista al suo Direttore, Marcello Masi.

Intervista a Marcello Masi, Direttore Tg2

Direttore, noi dell’Osservatorio Tg molto spesso ci stropicciamo gli  occhi nel vedere in un Tg di prime time approfondimenti, scalette non scontate, elementi di giornalismo d’inchiesta , per quanto compressi nei tempi di un notiziario. Cosa sta succedendo al Tg2?

Al Tg 2 stiamo portando avanti un laboratorio, come  a mio giudizio si dovrebbe fare in tutti gli organi d’informazione. Ci siamo resi conto che l’offerta televisiva è così dilatata che per dare un contributo reale e non scontato si deve stare al passo con i tempi. Se oramai internet dà informazione in tempo reale, se i Tg delle reti generaliste producono pressappoco la stessa offerta,  anche se con diverse sensibilità e sfumature editoriali, essendo il Tg2 l’ultimo telegiornale della sera, ho sentito la necessità di sperimentare qualcosa di diverso. Con l’offerta in ogni edizione di diversi minuti di approfondimento abbiamo cercato e, credo, trovato , un modo per fornire materiali di riflessione a chi ci segue. Il risultato ci conforta, anche dal punto di vista dell’audience. Quello che ci dà maggiore soddisfazione è che spesso i temi da noi lanciati vengono nei giorni successivi ripresi da altre tv e da diversi quotidiani. Un fatto alquanto inedito, che rivolta il consueto schema dell’informazione Tv che si “abbevera” ai giornali a stampa. I temi che selezioniamo sono attinenti soprattutto al sociale e al confronto con situazioni in altri paesi, a noi più o meno assimilabili. Temi e confronti che vengono quasi sempre snobbati da altri media, ma che sono apprezzati dai nostri teleutenti anche perché, mi permetto di dire,  la forbice tra le sensibilità diffuse e l’agenda dei Tg negli ultimi anni si è allargata.

 Il video da Lampedusa, gli speciali di Tg2 dossier “girati” con la sensibilità dei ragazzi difficili dei quartieri Spagnoli, i “Socialmente Pericolosi”, ma anche tante altre mini inchieste dentro il Tg. Visti i risultati e gli apprezzamenti generali si potrebbe dire che la qualità dell’offerta informativa è inversamente proporzionale all’adesione dei Tg all’agenda della politica…

Temo di sì. Abbiamo un retaggio che è particolarmente forte – mi duole dirlo – nel Servizio Pubblico, e che vede la Rai subire una sorta di fascinazione verso l’azione della politica, frutto di una diretta dipendenza dal Palazzo per la governance che la caratterizza. Ciò non significa che l’informazione non debba seguire con rispetto ed equilibrio i soggetti e i fatti della politica e delle istituzioni. A proposito di correttezza ed equilibrio, da questo punto di vista io sono addirittura maniacale nel rispetto delle presenze dei soggetti politici ed istituzionali, anche per evitare ogni tipo di ipotetiche contestazioni che poi si traducono in bastoni tra le ruote nel lavoro quotidiano. I contenuti “altri” vanno però sempre tenuti presenti e valorizzati. Non possiamo immaginare che un Tg sia solo un’equazione matematica tra i secondi concessi a questo o a quel soggetto. Bisogna guardare la realtà, scegliere, qualche volta con un po’ di coraggio e forzando la pigrizia indotta dalla routine quotidiana, temi e prospettive che servano a far riflettere chi ci guarda, tanto più in una fase così difficile e delicata per il Paese. I racconti, poi, non devono essere edulcorati né sottomessi a letture precostituite. Tutto ciò comporta una certa fatica ma, lo ripeto, ci sta dando grandi soddisfazioni.

La crisi di rappresentanza della politica, ma anche delle istituzioni, è evidente a tutti; non c’è il rischio che anche l’informazione mainstream, così legata all’agenda della politica, entri in crisi essa stessa, perdendo il rapporto tradizionalmente stretto con i cittadini-teleutenti? E, per converso, se l’informazione adempisse meglio ai suoi doveri, non sarebbe questo un contributo diretto a risollevare il Paese?

E’ così. A prescindere da ciò che noi del Tg 2 tentiamo e realizziamo, l’informazione in generale è e rimane un pilastro del sistema democratico è influisce  sulla libertà e la qualità della vita dei singoli cittadini. E’ essenziale come l’aria. Anche quando fischia come il vento, purchè sviluppata con correttezza, anche quando può essere diretta fino ad apparire brutale, non c’è rischio che l’informazione faccia danni. Può solo fare del bene, come sempre avviene quando si dice la verità, senza sconti per nessuno e senza filtri e paraventi. Questo atteggiamento ci porta non solo a scoprire cose turpi come ciò che è avvenuto al Centro di Accoglienza di Lampedusa, ma anche a vedere l’impegno di centinaia di migliaia di italiani che ogni giorno praticano una solidarietà fattiva verso i loro concittadini, il tutto a costo zero per lo Stato. E’ da qui che si può ripartire. Gli occhi limpidi di tanti ragazzi che ogni giorno si mettono a disposizione dei meno fortunati, come mostriamo nei due Tg2 Dossier “girati” insieme ai ragazzi ex-difficili dei Quartieri Spagnoli, sono sguardi che vanno illuminati come le tante cose che non vanno nel nostro Paese.

Alberto Baldazzi